sabato 12 ottobre 2013

Noi c'eravamo





Bolzano, 11 ottobre 2013, ore 19.

Piazza Municipio. Davanti alla vecchia sede del Comune che ha visto tanti eventi storici, anche drammatici, degli ultimi 150 anni.

La Manif Pour Tous Italia parte anche da qui, oltre che a Roma, Pisa e Bologna, con alcuni pionieri infreddoliti ma determinati. Determinati a portare avanti questa battaglia innanzitutto culturale, e non tanto confessionale. Ontologica, sì, ma non ideologica.

Una prova che non vogliamo lasciar passare ogni follia che la mente umana riesce a partorire, e semplicemente perché la si presenta come progresso. Un tentativo comune di riflettere e di discutere. Sempreché ce lo concedano ancora.
E infatti si leggono passi dalla proposta di legge in discussione in parlamento, e se ne riconosce la debolezza di pensiero, anzi la faziosità nel voler censurare (perseguitare?) chi non aderisce al Pensiero Unico Dominante del Politicamente Corretto.
Perché l'impressione che si ha, notando che questa legge Scalfarotto impedisce di dire certe cose punendole con carcerazioni da uno a cinque anni, è che si tratti di un bavaglio. Ben confezionato, non c'è che dire, ma pur sempre di un bavaglio si tratta. 

Un primo passo verso il controllo del pensiero? Vietato odiare, sembra dire la legge. Odiare i diversi, odiare gli altri.
Ovviamente nessuno è a favore dell'odio. Tuttavia questo assomiglia più a un comandamento religioso che non a una legge di uno Stato che dice di essere laico (ma ogni tanto ho dei dubbi a tal proposito; forse che lo Stato rimpianga di non essere chiesa?)
E come per tante leggi della nostra Repubblica Italiana inapplicate e inapplicabili, rischiamo di vederle usare da qualche randellatore contro chi  pare a lui, e lasciar correre mille volte nei confronti degli amici "di parte sua". 

E allora si assaporano con tanta più nostalgia - e anche con un po' di amarezza - i testi preveggenti di Chesterton, Orwell e compari che già ottant'anni fa  ammonivano e esortavano a non abbassare la guardia e di non lasciarsi abbindolare da ciò che altri stabilscono essere "vero" o "buono".

Ed è strano – anzi no: ancora una volta, a difendere il buon senso e l'oggettività del reale sono i cattolici, in stragrande maggioranza. 
Che il pensiero laico abbia abdicato alla ragionevolezza? Non lo so, ma è un dubbio che sorge prepotentemente. Che sia una dimostrazione che la fede cristiana è l'unica prova certa dell'unico vero Reale, Dio, al di là di tutte le maldicenze e persecuzioni che subisce ancora oggi? 
Sembrerebbe proprio di sì.

Noi, se non altro stasera c'eravamo.

dp


domenica 22 settembre 2013

Però il rinoceronte (L. Battisti, 1992)


Se non si cuoce a fuoco lento
rimane cruda dentro.
Al dunque quando può le piace
sentirsi al centro dei carciofi tenerelli.
Cosa sa, cosa sa
che gli animali sono esseri scorrevoli;
però il rinoceronte ha il freno a mano,
l'amore è un gesto pazzo come rompere
una noce con il mento sopra il cuore,
e si dovrebbe vivere lontani
per essere creduti se si dice:
Qui è nato un disinganno mai allevato
e grosso come un bue,
mangiando poco.
E si dovrebbe vivere lontani e dire:
Ho visto qual è il colmo di me stessa,
sfilandomi un maglione sulla testa,
per ora si interessa all'infusione,
che dona brillantezza ai suoi capelli
e la parola chiave è rosmarino.
Il gusto si fa estivo a mezze maniche,
esaminando la Venere di Milo,
i riti, i riti, ma che riti d'Egitto, tutto è fidanzamento:
la colazione in tazza, il pranzo, poi la cena e gli intermezzi,
basta non le si dica "Indovina chi sono"
e "Non te l'aspettavi", ecco cose così
raggianti e tristi, cose di burro
in forma di conchiglia.
Sono io quella ragazza, dice
puntando il dito come viene viene,
in uno sprazzo acrilico a colori
mimetici soltanto di se stessi,
e di un papero a sbruffo accidentale,
contro un mazzo una messe di cielo,
o rosso mormorio di un acquitrino,
sono io quella ragazza, infatti è lei.
Per lei un sovrano avrebbe rinunciato a nascere,
e un cammello si è lanciato in una cruna d'ago,
smascherando l'acrobata di sabbia in sé sopito.
Sono io quella ragazza, dice
il giorno prima come il giorno dopo,
e il giorno in mezzo me lo metto al dito,
così sarà un anello e non un peso.
E per lei, qualche atleta contenzioso
si è battuto, smantellato da solo,
crollando coi talenti e i gusti intatti.
Sono io quella ragazza, infatti è lei.

(Testo di Pasquale Panella)