A riposo si vedono meglio i dettagli. Le sfumature di un quadro.
Per esempio gli errori tutti moderni che rischiamo di condividere - anche come Chiesa - correndo dietro alla mentalità del tempo presente.
La mobilità, la variazione, il cambiamento, l'alternanza: sono pretesti per sfuggire la fedeltà di Dio che si manifesta invece proprio nella invariabilità della Sua grazia. Nella costanza. Nella eternità della - si può dire? - "Tradizione".
Allora anche una piccolezza come il voler cambiare a tutti i costi i parroci ogni tot anni, perché "è meglio così", finisce per manifestare non sono l'assenza di ragioni serie, riflettute.
Ma anche l'assenza di ragione: che logica c'è mai dietro?
C'è dietro l'idea che fare sempre uguale sia da stupidi, che sia deleterio, che sia segno di povertà umana e intellettuale.
Che la costanza nei rapporti umani sia limitante, disumana.
Qui allora giustificheremo prima i trasferimenti tanto per fare, e infine si arriverà a giustificare il divorzio veloce. Anzi, le convivenze sine forma. O lo scambismo.
Magari lo si fa già?
E invece sarebbe sano avere un parroco a vita, un vescovo a vita, senza "emeritamenti" (e neanche un papa emerito, se è per quello).
Segno della fedeltà di Dio verso di noi. E segno della nostra fedeltà verso di Lui.
E verso i fratelli.
Oppure questa sarebbe una intollerabile provocazione per il nostro attuale mondo, cosiddetto "liquido"?
Mi pare che Gesù non abbia risparmiato provocazioni al mondo, se necessarie per rivelare la magnificenza divina.
Anche questa è misericordia: non precludere al mondo la rivelazione di Dio, non negare la conoscenza dell'Altissimo a chi la desidera.
Permettete a chi desidera vivere e manifestare la fedeltà di Dio, di poterlo fare.
A maggior gloria di Dio e per la salvezza degli uomini!
Christus vincit!
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